Anna Cannavaro

Anna Cavallaro campionessa mondiale di volteggio a cavallo

Di Rino Boseggia

Da Belfiore a Braunschweig, alla conquista della World Cup nell’equitazione

Anna Cannavaro

Per Anna Cavallaro, un’amazzone originaria di Belfiore e pertanto veronese doc, diventare la numero uno al mondo nel volteggio a cavallo, una specialità che purtroppo non è ancora stata inserita tra le gare olimpioniche, costituisce un’impresa paragonabile soltanto ad una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Se l’olimpionica veronese Sara Simeoni volava sopra l’asticella del salto in alto alla conquista di una storica medaglia d’oro, anche Anna, 29 anni con due lauree in tasca, una in Scienze motorie, e con la passione del restauro, vola con sicurezza sopra il suo cavallo preferito Harley riuscendo in dieci anni ad incrementare un palmares che la vede primeggiare in Italia, in Europa e nel mondo dell’equitazione.
Alla finale della World Cup 2013 a Braunschweig si presentò come la favorita per la vittoria finale. Con due prove all’altezza della situazione, assieme a Nelson Vidoni, il suo alter ego in veste di allenatore, e al suo inseparabile cavallo Harley, vinse la competizione. Mai nessun italiano prima di lei si era aggiudicato la World cup in una qualsiasi disciplina equestre. Incontriamo la nostra amazzone iridata sotto il pergolato  di una osteria d’altri tempi a pochi metri dal maneggio La Fenice sulla strada di Campalto. Un ambiente quanto mai intonato alla sobrietà di una ragazza che si presenta al cronista con la determinazione di chi ha lottato con tenacia per raggiungere prestigiosi traguardi nell’equitazione e nel volteggio in particolare. una specialità che meriterebbe maggiore attenzione da parte del Comitato Olimpico, visto che nel programma delle Olimpiadi Invernali sono inserite specialità come quella delle pentole che vengono fatte scivolare sul ghiaccio con l’aiuto delle scope. Una performance che ha del ridicolo se si tiene conto che nel volteggio con il cavallo occorrono ore ed ore di preparazione e l’apporto di cavalli di grande livello internazionale. E la nostra prima domanda parte proprio da questa assurdità:
Come è possibile che una disciplina come il volteggio a cavallo non sia inserita nel panorama olimpionico delle gare equestri?
«Credo si tratti di una scelta dovuta al fatto che la disciplina fino a qualche anno fa non era molto praticata. In Italia, ad esempio, in tutto c’erano tre o quattro maneggi. Oggi la situazione si sta modificando, anche se devo dire che in Europa il volteggio a cavallo rappresenta una disciplina radicata nella tradizione e nel tempo. Mi preme sottolineare, fin da subito, che la mia passione per il volteggio a cavallo non si fonda soltanto su una prestazione legata ad una competizione sportiva, ma che per quanto mi riguarda rappresenta una importante terapia per i ragazzi con disabilità. Al Circolo la Fenice, infatti, oltre a lezioni settimanali riservate ai bambini diciamo così normodotati, curiamo con particolare attenzione la riabilitazione equestre e il volteggio terapeutico dei bambini diversamente abili. Devo dire che i risultati sono eccellenti in quanto l’approccio al cavallo è ideale. Anzi la capacità di relazione  con il cavallo è straordinaria. Pare quasi che il cavallo stesso si renda conto si essere cavalcato da un bambino con disabilità. Per rendersene conto basterebbe assistere alle gare che organizziamo tra ragazzi normodotati  e soggetti con disabilità per comprendere il valore terapeutico del volteggio. L’approccio al cavallo, però, avviene anche con la cura del cavallo stesso che va strigliato o con la sistemazione della sella. L’età ideale? A cavallo si può montare anche all’età di quattro anni».
Anna come ti sei avvicinata all’equitazione?
«Fin da piccola in casa ero un terremoto…non riuscivo a stare ferma. Allora, mia mamma, all’età di tre anni e mezzo mi iscrisse ad un corso di ginnastica artistica. Ma soltanto ad undici anni, e precisamente nel 1997, grazie ad un’amica, ho scoperto il volteggio equestre a San Bonifacio al circolo Lo Sperone. Quel giorno, era un sabato pomeriggio, incontrai per la prima volta l’allenatore Nelson Vidoni che mi chiese di provare alcuni esercizi. Mi piacque fin dal primo istante in quanto si trattava di un mix ideale che univa gli esercizi di ginnastica artistica con le acrobazie sul cavallo. Un anno più tardi lasciai definitivamente la ginnastica per dedicarmi completamente al volteggio. Ricordo che fin da subito nell’eseguire il libero di squadra io ero la terza in alto a tempo di musica».
E la scuola?
«Dopo le medie mi sono iscritta al liceo artistico ad in indirizzo restauro. Non so perché, ma mi piaceva il restauro, forse per l’aspetto creativo. Dopo il liceo ho frequentato tre anni di accademia: la laurea arriva nel 2009. Dentro di me sentivo che volevo seguire un’altra strada legata alla mia passione per la ginnastica. E così sono riuscita a prendere  la laurea in Scienze motorie che mi permette di fare corsi di ginnastica nelle scuole e nei paesi. Insomma non riesco a stare ferma, tutta il contrario di mio fratello più grande che non pratica uno sport che sia uno e che preferisce fare l’odontotecnico a Ronco».
E nel frattempo continuavi a  gareggiare un po’ ovunque…
«Credo sia difficile riassumere in poche righe tutte le competizioni cui ho partecipato. Nel 2004 mi sono classificata 4^ nella gara a squadre WEG Austria; nel 2005 e nel 2006 sono risultata 1^ classificata ai Campionati italiani prova individuale e 12^ nella prova Freestyle WEG di Aquisgrana. Nel 2007 mi impongo ai campionati italiani nella prova individuale e decima nella cat. Individuale Campionati Europei. Poi…»
Poi nel 2008 arriva la rottura del crociato
«Purtroppo sì. In un concorso internazionale a Vienna sona caduta da cavallo riportando la rotture del legamento crociato del ginocchio. Caduta in piedi, da precisare. Questo infortunio mi ha tenuto lontana dalle gare per circa un anno e mezzo».
Il 2009-2010 rappresentano il ritorno a grandi livelli
«Ho ripreso a gareggiare nel 2009 ottenendo un quinto posto a squadre ai Campionati Europei di Bokeberg (Svezia). Nel 2010 ho fornito  buone prestazioni all’Internazionale di Jesolo ed al CVIO di Stadl Paura in Austria, gare che mi sono valse la convocazione ai WEG (World Equestria Games) di Lexington. Ai WEG sono riuscita ad ottenere il decimo posto in finale. Tornata in Italia ho vinto per la quarta volta il titolo italiano di volteggio a Firenze».

Anna Cannavaro 2

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E’ inevitabile che prima o poi si parli dei tuoi cavalli …
«Il cavallo rappresenta l’asse portante di una gara. In allenamento trascorro ore su ore sul cavallo finto per provare gli esercizi, ma in gara l’amazzone deve essere un tutt’uno con il suo cavallo. Sono affezionata in particolare ad Harley un sauro che gareggia con me dal 2010. Harley è nato nella Repubblica Ceca nel 1997: attualmente è da considerarsi uno tra i migliori cavalli al mondo per il volteggio equestre.. È stato acquistato nel 2005 dall’A.s.e.d. La Fenice grazie all’intuizione di Nelson Vidoni. Per la precedente proprietaria, era un cavallo ingestibile e il suo acquisto è stata una scommessa rischiosissima. Harley una volta arrivato a “La Fenice” di San Martino Buon Albergo si è trasformato. Probabilmente le continue cure e attenzioni di tutte le persone del maneggio e soprattutto la grande esperienza di Nelson unite ad un po’ di fortuna lo hanno reso un cavallo sereno ed una certezza in gara. Fu proprio ai WEG statunitensi che iniziai ad esibirmi con Harley. Alla longia (il termine indica, in ambito ippico, un tipico finimento composto da una corda piatta larga circa 4 cm e lunga circa 8 metri ndr) c’era sempre Nelson Vidoni. Fino a quel momento avevo gareggiato, prima con Adenauer e poi con Picasso. Iniziare a lavorare con Harley sicuramente ha rappresentato per me un salto di qualità».
Il 2011 e il 2012 rappresentano gli anni della svolta …
«Proprio così. Nel 2011 ho partecipato a due tappe della neonata World cup di volteggio equestre. A Salisburgo sono riuscita a piazzarmi in seconda posizione, mentre a Lipsia, nella finale della World Cup, sono riuscita ad ottenere il primo podio internazionale. Gareggiando in condizioni fisiche precarie, a causa di un’improvvisa influenza, mi sono aggiudicata la medaglia di bronzo. Questa terza posizione mi convinse di poter gareggiare alla pari con le migliori volteggiatrici del mondo.  Nel 2012 mi sono presentata ai mondiali di Le Mans vincendo tutte le gare internazionali di qualifica, ottenendo però soltanto un sesto posto finale. Negli ultimi mesi del 2012 iniziai a gareggiare nelle eliminatorie per la World Cup 2013 imponendomi in tutte le gare di qualifica per la finale».
E nel 2013 arriva la World Cup
«Mi presentai alla finale della World Cup 2013 a Braunschweig come la favoriya per la vittoria finale. Con due prove all’altezza della situazione, sotto lo sguardo magnetico di Nelson Vidoni e con una prestazione eccellente del cavallo Harley, ho vinto la competizione. Fu un anno memorabile anche perché pochi giorni dopo la finale mi laureai in Scienze motorie. Nel corso della stessa estate divenni vice campionessa europea a Magna Racino dietro alla danese Rikke Laumann e davanti alla britannica Joanne Eclles.  Un altro bel ricordo è legato ad una competizione internazionale che si svolse a Doha nel Quatar: Harley, che aveva imparato ad essere un cavallo molto tranquillo, venne al seguito in aereo».
Anche la stagione 2014 non è da dimenticare: World cup e World Equestrian Games
«Nell’inverno sono riuscita a vincere la World Cup 2014 a Bordeaux sempre davanti all’elvetica Simone Jaiser. Mi presentai ai World Equestrian Games in Normandia con la ferma intenzione di ottenere una medaglia. Un errore nel compulsory test mi fece perdere punti e posizioni preziose. Dopo la prima giornata ero soltanto quarta in classifica, ma rimontai e vinsi la medaglia d’argento alle spalle di Joanne Eccles, che avevo battuto l’anno prima a Magna Racino. L’anno continua con le gare di World Cup, ottenendo la qualifica per la finale solamente all’ultima gara montando Adenauer (è un altro cavallo dell’associazione La Fenice con il quale aveva iniziato a volteggiare molti anni prima ndr) perché Harley, a causa di una tendinite, non poteva gareggiare».
E poi nel 2015 arriva un premio speciale: la medaglia d’oro al valore atletico da parte del Coni
«Nei primi mesi di quest’anno mi sono presentata alla finale della World Cup di Graz di nuovo in sella ad Harley riuscendo a vincere la medaglia di bronzo. Si tratta del terzo podio consecutivo e quarto in cinque anni nella World Cup. Per i successi sportivi ottenuti  il presidente del CONI Giovanni Malagò, tramite lettera, mi ha ufficializzato la consegna della medaglia d’oro al valore atletico. Una grande soddisfazione che mi ricompensa dei sacrifici finora sostenuti. Il futuro? Continuare nel volteggio come attività sportiva e nel lavoro con la riabilitazione assieme naturalmente a Nelson».