L’Unione dei Comuni Megliadina è una realtà che, è proprio il caso di dirlo, è in continuo movimento. Non ha mai smesso di crescere da quel 2002, anno di nascita dell’ente, quando contava quattro comuni al suo interno (Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Santa Margherita d’Adige e Saletto) sino ad oggi che ne conta ben sei (nel 2006 sono entrati Piacenza d’Adige, Ponso e Vighizzolo d’Este e nello stesso anno è uscito Saletto). Attualmente, alcuni servizi comunali sono già stati trasferiti dai comuni di appartenenza verso questa macchina amministrativa, come la polizia locale, la gestione dei rifiuti, i servizi sociali, la Protezione Civile e le anagrafi. Dal primo gennaio del 2014, tutte le funzioni comunali saranno accentrati in questa realtà sovracomunale. Pertanto, un cittadino di uno dei paesi della Megliadina potrà benissimo rivolgersi presso un ufficio di un altro comune appartenente al medesimo ente, senza più problemi di territorialità.
«Era necessario arrivare a questo punto – spiega il presidente dell’Unione, Sandro Parolo – se si voleva arrivare a quei criteri di razionalizzazione dei costi e di miglioramento della qualità dei servizi che la Megliadina si era prefissata alla sua nascita, più di dieci anni fa. I nostri amministratori di allora avevano creato questo organismo perché sapevano che tempi sarebbero venuti, quando sarebbe stato necessario unire i propri comuni per espletare quei servizi fondamentali. Si può dire che avevano anticipato la norma che, attualmente, obbliga i comuni sotto una certa soglia di abitanti ad esercitare le proprie funzioni in forma associata per ridurre i costi. Già dal primo di gennaio del 2014, gli enti locali dovranno adeguarsi a questa legge e, anche se lo Stato dovesse prorogare questa data, a noi non importerebbe perché siamo già avanti con questo lavoro. In tal modo, posso già annunciare che il prossimo anno, a partire proprio dal primo gennaio, tutte le funzioni dei comuni facenti parte della Megliadina verranno trasferite all’Unione, pur rimanendo il personale,in generale, nei propri uffici comunali. Questo significa che un nostro cittadino, in caso trovasse chiuso, per vari motivi, l’ufficio del comune di residenza del quale avesse bisogno, potrebbe benissimo spostarsi in quello di un altro paese del nostro ente, libero da vincoli legati al territorio».
Questo accentramento dei servizi potrebbe essere un primo passo verso la fusione dei comuni in futuro?
«Finora non abbiamo mai parlato di fusione con gli altri colleghi amministratori dell’Unione – conclude Parolo – perciò, per il momento, preferisco continuare con la strada dell’Unione per motivi di rappresentatività. È più facile amministrare un territorio di undicimila abitanti, come il nostro, in sei sindaci che in uno solo. Inoltre, attualmente si sta discutendo al governo la legge Del Rio. Al suo interno, questa normativa stabilisce i criteri di rappresentazione degli enti locali in sede provinciale. Possono essere rappresentati i comuni con un numero di abitanti superiore a 15000 e le unioni comunali con almeno 10000. Se dovesse venire confermata questa legge, si può benissimo capire se conviene fare una fusione o proseguire con la strada dell’unione. È più facile, magari, fare due fusioni di tre comuni ciascuna, che comunque non comporterebbe l’estinzione della Megliadina, ma la sua immediata riconferma con una strategia e un piano tutti da studiare e da vagliare. Può essere che in futuro questa ipotesi venga discussa ma, al momento, è meglio continuare a parlare di Unione del Comuni Megliadina. Il consiglio che mi sento oggi di dare ai futuri amministratori della Megliadina è quello di pensarne l’eventuale evoluzione in rapporto ad una precisa e lungimirante programmazione, con obiettivi ben precisi, in considerazione anche alla nuova programmazione europea 2020 e alla volontà di poter giocare un ruolo da protagonisti con altri partner all’interno del processo di rilancio e sviluppo della Bassa Padovana, in un contesto complessivo di area vasta, perché nessuno cresce da solo. Oggi le dimensioni dell’Unione Megliadina sono ottimali per la gestione delle funzioni fondamentali (l’ordinario amministrativo), nel conseguimento di diminuzione della spesa pubblica in rapporto alla qualità dei servizi; piccole invece per lanciare un concreto progetto di sviluppo dell’area per combattere la crisi».