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Dopo lo shock in Kenya, Silvio Bertelli prova a reagire

Ci vorrà tempo per riprendersi. La ferita alla gamba si sta rimarginando ma la paura provata nei terribili istanti della rapina sarà difficile da affrontare e vincere del tutto. Silvio Bertelli, l’imprenditore pressanese rapinato e colpito da un colpo di pistola mentre si trovava con un gruppo di amici veronesi a Nairobi, sta provando faticosamente a riprendere la sua vita di prima. «I medici mi invitano ad avere pazienza, ci vorranno ancora quattro mesi, il recupero è molto lento, forse più di quanto credessi», rivela.

Quest’anno non tornerà nella missione di Sultan Hamud, realizzata grazie ai fondi raccolti dall’associazione Opera dell’amore di Zanè, a 150 chilometri da Nairobi. Ma forse partirà il prossimo anno. In 15 anni di attività a favore della missione e di viaggi in Kenya, compiuti con altri benefattori e perfino con il sindaco Stefano Marzotto e sua moglie, non gli era mai capitata una cosa grave come la rapina dello scorso 5 gennaio. Ma forse è l’indice dell’incremento della violenza nella capitale keniota, incremento confermato dalla moglie Daniela Dalla Palma, dipendente comunale in pensione. «Negli ultimi anni il clima, specie nella capitale, è cambiato», spiega la donna. «Le persone che vivono nelle baraccopoli alla periferia di Nairobi sono stremate da fame e abbandono. Vivono ai margini e si affidano a furti e violenze per sopravvivere. Sono aumentate a dismisura le moto taxi che ti portano ovunque ma spesso sono guidate da malintenzionati che approfittano dei turisti per arrotondare». Non è un caso che lo scorso 15 gennaio ci sia stato un grave attentato all’hotel DusitD2 di Nairobi, con almeno 10 morti.

di Paola Bosaro

(segue su #AREA3news n°95 marzo 2019)