
Gli incendi nel colognese
Tremendo rogo nel magazzino della «Casa del dolce» lo scorso 24 ottobre. Nella notte, pare a causa di un corto circuito al quadro elettrico nella zona retrostante la pasticceria di via del Lavoro, è partito un incendio che si è propagato fino al capannone dove vengono imballati e stoccati panettoni, stecche e torte di mandorlato. La densa cortina di fumo e la fuliggine prodotta dalle materie plastiche bruciacchiate hanno invaso sia i laboratori che lo stabilimento, annerendo le pareti e depositandosi su macchinari, scatoloni, contenitori di latta e prodotti confezionati. Il danno stimato è stato di 200 mila euro. Purtroppo, quando è scoppiato l’incendio il titolare Giovanni Fausto Bertolini non era a Cologna e neppure in Italia, visto che si trovava a Parigi per promuovere i suoi prodotti di punta, il mandorlato e il panettone. È stata la figlia Elisabetta la prima a trovarsi faccia a faccia con il fuoco quando alle 5 del mattino si stava recando in laboratorio per iniziare il lavoro di pasticceria. Lo choc per lei è stato terribile. Sul posto per le indagini anche i carabinieri di Cologna che hanno escluso, in prima battuta, un’origine dolosa del rogo. Quello che non convince i titolari, però, è il fatto che il locale che ospitava il quadro elettrico andato in corto circuito sia stato solo in minima parte rimasto intaccato dall’incendio, mentre il danno maggiore si sia verificato nel magazzino, che non è attiguo alla pasticceria. In mezzo infatti c’è il laboratorio. È un capannone inaugurato appena due anni fa e reso operativo l’anno scorso. «Per me si è trattato di un disastro incalcolabile, con quintali di materiale da imballaggio e prodotto finito da buttare, una fabbrica da ripulire completamente, sanificare e da ritinteggiare», ha rivelato Bertolini che ha dovuto chiudere la pasticceria per una settimana e i laboratori di produzione per 15 giorni. Nei giorni successivi al rogo è stato necessario smaltire quintali di prodotti e materie prime presenti nello stabilimento produttivo al momento dell’incendio e impregnati dal fumo. Sono finiti in discarica mezza tonnellata di mandorlato e 300 chili di materie prime, tra cui mandorle, zucchero, burro e farina, senza calcolare tutte le ore di lavoro perso. Dopo l’iniziale smarrimento, i titolari si sono rimboccati le maniche per salvare la stagione. «Abbiamo lavorato giorno e notte, assistiti dalla professionalità e premura dei tecnici della Belfor, specializzata in emergenze industriali, e dall’impegno disinteressato dei nostri dipendenti, che hanno lavorato fuori orario e che non finiremo mai di ringraziare», confessa Elisabetta Bertolini. Per togliere la fuliggine che si era depositata, i tecnici specializzati hanno smontato, disinfettato e ripulito forni, frigoriferi, macchinari, tra cui le impastatrici e le torroniere utilizzate per mescolare e cuocere la celebre specialità natalizia colognese.
(segue su AREA3 n°71 – dicembre 2016)
di P.Bosaro