
Il sindaco Ceron: «Su punto nascite voterò la sfiducia al presidente della Conferenza dei sindaci»
«Con l’Azienda Zero voluta dal Governatore Zaia, i Sindaci conteranno sempre meno in tema di sanità. Quello che sta accadendo con il punto nascite di Valdagno potrebbe accadere sempre più frequentemente”. Lo sostiene la Consigliera regionale Cristina Guarda alla vigilia del Consiglio regionale in cui si è parlato appunto della riforma sanitaria regionale e dell’Azienda Zero. “Valdagno è l’esempio eclatante di come le conferenze dei Sindaci non avranno più senso di esistere e saranno ridotte a semplici aule di consultazioni di opinioni, senza nessuna voce in capitolo. Il vero rischio è che il territorio non avrà più voce. E per territorio si intende anche tutta la fascia che va da Brendola a Sarego e Lonigo. Particolarmente preoccupati sono tutte le mamme e i cittadini dei sei Comuni che gravitano attorno a Valdagno e che chiedono a gran voce che il punto nascite rimanga al San Lorenzo, perché l’ospedale esiste per servire una popolazione che vive in una valle montana. Preoccupazione che si estende anche in tutti gli altri comuni dell’Ovest Vicentino in quanto concentrare il punto nascite ad Arzignano significa creare disagi per la maggiore affluenza in un unico ospedale. Una posizione netta hanno preso anche quasi tutti i sindaci dell’Ovest Vicentino in particolare contro il presidente della conferenza dei sindaci Ulss 5 Martino Montagna. «Non capisco perché il nostro presidente- ha dichiarato alla stampa con la solita franchezza il sindaco di Brendola Renato Ceron- si sia schierato da un’altra parte. Alla prima riunione sarò il primo ad alzare la mano e dire che non ci rappresenta più. Ci siamo sempre confrontati con franchezza ma se lui decide di allontanarsi dalle nostre scelte si sfiducia da solo». Sulla stessa linea si sono schierati anche altri sindaci come quello di Arzignano. Il diretto interessato ha replicato che non c’è nulla di ufficiale. «Per giustificare la chiusura del servizio a Valdagno e lo spostamento temporaneo ad Arzignano – precisa Cristina Guarda in un comunicato stampa-, il Governatore Zaia scarica il barile sul Governo che ha fissato a 500 il numero delle nascite minime per tenere aperto un reparto natalità (un atto firmato, tra l’altro, nel 2010 dal Governo Berlusconi e Lega), ma si dimentica che si può e si deve indicare il San Lorenzo come ospedale di montagna, come è accaduto per Asiago e Pieve di Cadore, il che consentirebbe di tenere aperto il punto nascite”. «Una volta spostato, difficilmente il punto nascite tornerà al San Lorenzo: – continua la Consigliere – tagliare i servizi costa meno di garantirli e Venezia l’ha imparato da tempo, visto che preferisce recuperare i fondi della sanità per finanziare i continui Project Financing sanitari».
di Rino Boseggia