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INTERVISTA ESCLUSIVA CON IL SETTE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO DI MOTOCROSS TONY CAIROLI

Sette titoli mondiali. Il primo è arrivato nel 2005, in MX2, su Yamaha. L’ultimo a Winchester, in Gran Bretagna: è il quinto in MX1. Tony Cairoli entra così nella leggenda del motocross dalla porta principale. Campione tra i campioni, fenomeno senza tempo di uno sport che non ha ancora raggiunto, per popolarità e diffusione, la MotoGp e la Superbike, ma che si fa largo sulle pagine dei giornali sportivi e non solo grazie all’ennesimo trionfo di uno dei nostri migliori piloti di sempre

Tony Cairoli probabilmente non avrebbe bisogno di alcuna presentazione, però la storia del suo successo è talmente straordinaria che vale sempre la pena raccontarla.

Sangue siciliano, 28 anni di vita, 24 dei quali trascorsi sopra una moto. Grazie a suo padre Benedetto, infatti, a 4 anni Tony è già in sella a una Itljet 50 da minicross. Da allora ne ha fatta di strada, in tutti i sensi, fino ad arrivare a diventare una leggenda del Motocross. A oggi vanta 63Gp vinti su 147 disputati, due titoli mondiali nella categoria Mx2 e cinque titoli mondiali consecutivi, dal 2009 al 2013, nell’Mx1, la categoria regina. In tutto sette mondiali vinti, quattro dei quali su KTM.

L’ultimo l’ha vinto il 25 agosto di quest’anno, a Matterley Basin, in Inghilterra. Noi di Area3 abbiamo incontrato Tony fresco di vittoria, ad Alonte, in occasione del quarantesimo anniversario di Athena. Sentite cosa ci ha raccontato…

Tony, il 25 agosto hai rubato la corona alla regina Elisabetta, e con questo siamo a 7 mondiali vinti…

«(ride, ndr) Sì è stato un giorno indimenticabile, vincere in Inghilterra davanti a un pubblico così numeroso, diciamo che è stata l’occasione perfetta per coronare questo mio sogno!»

Nel corso della tua carriera hai sempre gareggiato con il numero 222, ha un significato particolare per te?

«Sì, perché la prima moto che mi hanno regalato, proprio all’inizio della mia carriera, aveva questo numero. Alcuni anni dopo l’ho ritrovata, l’ho rimessa a posto e quando ho visto il 222 ho deciso che l’avrei riutilizzato alla prima occasione utile, per il mondiale».

A questo punto quali sono i tuoi avversari più temibili, ammesso che ce ne siano…

«Ogni anno è un nuovo challenge, ci sono sempre nuove sfide dietro l’angolo, gli avversari crescono, mi riferisco a quelli che arrivano all’Mx1 dalla categoria inferiore, l’Mx2. Jeffrey Herlings è tosto e in futuro potrebbe darmi del filo da torcere, ma io sono sempre pronto a dare battaglia per vincere!»

Immancabile la domanda sulla cilindrata: 350 o 450?

«Preferisco la 350 perché è una moto più leggera da guidare, adesso, con tutte le migliorie che abbiamo apportato, ha davvero un gran bel motore. L’ho scelta dall’inizio e credo che continuerò a utilizzare quella».

Come mai hai scelto il Cross e non l’Enduro?

«Sono nato nel Cross, è sempre stata la mia passione, fin da quando ero piccolo. Molto semplicemente il Cross è la mia vita».