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L’8 settembre e le sue tradizioni

Un periodo stupendo dove la campagna si tinge di giallo arancio e arrivano gli ultimi frutti dell’abbondanza

Tutto inizia con la natalità di Maria (8 settembre) “i oto” dove per festeggiare si mangiavano polenta e funghi, magari con un pò di formaggio fuso per ricordare la transumanza che riporta in pianura bovini e malghe dopo tre mesi di ritiro in alpeggio. La vendemmia appena iniziata ci permette di ammirare carri pieni d’uva che attraversano la campagna provenendo dai vigneti mentre il 21settembre è San Matteo ed è tempo di fichi “polenta e fighi”, “torte di fighi”, “pan co’ i fighi e co’ e nose”. Questi sono i cibi della più radicata tradizione per ricordare che “a settembre l’uva e el figo pende” e che “a l’amico pela el fico e al nemico pela el pèrsego”. Settembre un mese pieno di sagre e feste gastronomiche legate a patate, fichi, uva, zucche, mais, sedano, riso, baccalà e molto altro ancora. Termina il 29 con San Michele “da San Michel la merenda và in ciel”. Un detto popolare che si riferisce al fatto che dal 25 marzo agli ultimi di settembre i contadini aggiungevano un pasto alla giornata per compensare l’aumento di fatiche per seguire i raccolti. Una ricetta tipica del periodo della vendemmia della quali si sono per se le abitudini è quella di preparare “I Sùgoli” che piaceva a grandi e piccini, bene, eccovi qua la ricetta di questo delizioso budino d’uva. Un periodo molto importante per la nostra agricoltura, un mese pieno di prodotti che precedono l’autunno, un periodo dove l’umidità aumenta e i funghi riempiono i boschi. Molti sono i riti che rappresentano questo periodo e stupendi sono i detti popolari e i proverbi che lo raccontano. Il periodo della vendemmia, un momento importante per la popolazione contadina che raccoglie gli ultimi frutti del duro lavoro, frutti che poi diventano Vino.

di Michele Pigazzo