Skip to main content

L’ANTICA ARTE DEL PUNTO COLOGNA RACCONTATA IN UN LIBRO

La tecnica del “Punto Cologna” finisce per la prima volta in un libro. Il celebre e complesso “merletto in aria”, risalente al Seicento, che prese il nome dal paese dove nacque e fu perfezionato dalle monache Cappuccine, ha rischiato seriamente di scomparire. Se l’infermiera Marilisa Edoni non avesse raccolto la testimonianza dell’ultima merlettaia colognese Vanda Zanini e non avesse deciso di approfondire con lo studio e la pratica gli intricati intrecci di questo ricamo così originale, oggi non staremmo qui a parlare del Punto Cologna. Edoni non ha avuto solo il merito di salvare dall’oblio un’arte secolare, ma ha fatto molto di più in questi anni. Ha riunito attorno a sé un gruppo di aspiranti merlettaie e ha insegnato loro le basi per realizzare i preziosi intrecci del pizzo colognese. Le ricamatrici hanno perfino costituito un’associazione e si ritrovano ogni settimana nella sala lettura della biblioteca per affinare la propria tecnica e creare originali merletti. Un paio di anni fa, per tutelare ulteriormente il nome di quest´antica arte, il Comune ha assegnato la Denominazione comunale d’origine (De.Co.) al Punto Cologna, garantendogli la protezione dalle imitazioni.

Ora è stato compiuto un ulteriore passo avanti. La merlettaia Edoni, infatti, ha dato alle stampe il volume “Punto Cologna. Variazioni su un antico merletto di origine veneziana ad ago”. Dopo secoli di tradizioni orali, l’antico intreccio è descritto nero su bianco, e rimarrà a memoria per le generazioni future. «È incredibile come mi capiti ancora oggi di incontrare persone che non credono all’originalità del Punto Cologna», rivela Edoni. «In una mostra dei nostri lavori a Lonigo una donna ha affermato che si tratta semplicemente del merletto di Murano, e nulla più. Invece le differenze ci sono, perché le Cappuccine arricchirono negli anni il punto base veneziano con geniali invenzioni e modifiche. Purtroppo nessuno ci ha lasciato documenti scritti su questa tecnica che veniva trasmessa soltanto dalla maestra alla propria allieva. Rimangono per fortuna i lavori eseguiti dalle suore per il Duomo di Cologna», osserva. «In questo libro ho cercato di spiegare il fascino e la difficoltà di questo punto».

Se da un lato esistono ancora gli scettici, dall’altro la depositaria dell’antica sapienza delle monache di Cologna ha di che essere orgogliosa. Da quando partecipa a fiere ed interviene su riviste del settore infatti, il Punto Cologna ha varcato non solo i confini del veronese, ma pure quelli regionali. «Mi scrivono ricamatrici dalla Toscana e dal Lazio per avere consigli; è molto positivo perché significa che questa particolare arte non andrà perduta» .

Il volume sul Punto Cologna è edito da Nuova Esseuno di Bologna. Contiene una breve storia del merletto colognese, alcune considerazioni sulla scelta dei materiali da impiegare, le spiegazioni di ogni singolo punto corredate da disegni, fotografie e didascalie. Infine vi è un esempio pratico di una porzione di pizzo realizzato partendo da zero. La pubblicazione è già stata presentata ufficialmente ad “Abilmente”, la Fiera della manualità creativa a Vicenza.

(Paola Bosaro)