
ORGANIC FOREST
“FARAI DEL CIBO LA TUA PRIMA MEDICINA E LA TUA PRIMA MEDICINA SARÀ IL CIBO” -cit.IPPOCRATE
Scoprire un autentico angolo di paradiso terrestre sulle colline di Lonigo, in località Monte Colombara, ad appena dieci minuti di auto dal centro storico, e rendersi conto che è ancora possibile poter mangiare sano, dalle verdure alle uova, è stata un’esperienza che come cronisti di vecchia data non avremmo mai potuto immaginare. Da mesi ormai siamo coinvolti con il nostro mensile, ma anche collaborando con interviste a giornali di tiratura nazionale e reti televisive, con il problema dell’inquinamento delle falde acquifere causato dai famigerati Pfas, responsabili di tumori alla tiroide e alla prostata, e al sistema linfatico. Un approfondimento che ci ha lasciati quanto mai preoccupati in quanto, al di là delle promesse di intervento sulle falde da parte della Regione Veneto (un risanamento che non verrà mai realizzato dati i costi e le difficoltà), è emerso che allevatori e agricoltori non hanno la benchè minima intenzione di far uso dell’acqua degli acquedotti per abbeverare le loro vacche da latte o i tori di allevamento, per non dire di irrigare i prodotti ortofrutticoli come insalate, carote, porri, pomodori e così via. E nel visitare queste piantagioni di prodotti che ci ritroviamo sulle nostre tavole ogni giorno salta subito agli occhi che non esiste un filo d’erba tra un ciuffo di insalata ed un altro, o sotto i filari di vigne e piante da frutto a dimostrazione che l’uso di diserbanti è massiccio.
Intervista a Livio Bellin e Luciana Giacon
- I giardini a cucchiaio
Per poter renderci conto come sia possibile, al giorno d’oggi, nutrirsi di vegetali con elevate proprietà organolettiche ed un elevato valore energetico, senza l’uso di pesticidi o erbicidi che, guarda caso, fanno tutti rima con la parola omicidi, ci siamo recati nel centro operativo della Agri Lux srl in via monte Colombara a Lonigo (VI) dove abbiamo avvicinato Livio Bellin, un giovane collaboratore del Centro Operativo, laureato in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente, e la titolare Luciana Giacon. «I vegetali Organic Forest – ci spiega Livio Bellin mentre ci accompagna a scoprire l’oggetto misterioso dei “giardini a cucchiaio” e la serra – hanno ottime qualità e proprietà organolettiche e un alto valore energetico, ma anche qualità aromatiche peculiari. Nessun prodotto chimico di sintesi è ammesso, né sui vegetali né sui terreni». E per dimostrare che non si tratta dei soliti slogan dei prodotti biologici a km 0 il giovane tecnico ci spiega le funzioni dei giardini a cucchiaio, ovvero piccole aiuole sopraelevate, alte circa 60-70 cm da terra rotonde o rettangolari, e sorrette da muretti ottenuti con mattoni in tufo, in pratica tanti piccoli orti rialzati da terra che possono essere realizzati anche nelle coltivazioni domestiche. «I giardini a cucchiaio sono stati inventati dall’agronomo francese Michel Barbaud e sono così chiamati perché fanno parte di un’esperienza socio rieducativa maturata in Francia con i detenuti, i quali non potevano far uso dei coltelli ma soltanto dei cucchiai». Ogni giardino, che può variare come metratura a seconda della necessità e del tipo di coltivazione – sottolinea il nostro accompagnatore – si ottiene depositando sul fondo uno strato di paglia quindi si riempie lo spazio con una miscela di sabbia silicea e terriccio Organic Forest. In questo modo è sufficiente un cucchiaio appunto per togliere eventuali erbe e tenere sempre in ordine e smosso il terreno. Posso dire che i risultati finora ottenuti nella coltivazione delle fragole ad esempio, ma anche di altre verdure come i carciofi sono straordinari. Stiamo molto attenti alla gestione dell’erba dal momento che in natura non esiste un contro veleno e all’uso dell’acqua dì irrigazione che è priva di Pfas come da certificato analisi di laboratorio. E per combattere gli afidi? Cerchiamo innanzi tutto di capire il problema e quali sono le cause. In ogni caso utilizziamo i preparati per l’agricoltura Organic Forest, coadiuvati, al bisogno, da oli vegetali, macerati e altre soluzioni organiche che aiutano a guarire la pianta attaccata da patogeni esterni». Come rispettare gli ecosistemi naturali Con Luciana Giacon il discorso scivola inevitabilmente sui perché di una scelta di coltivazione tanto innovativa e sugli inizi dell’azienda. «Siamo partiti dall’esigenza di produrre vegetali ricchi di forze vitali al fine di adempiere alla massima di Ippocrate: “Farai del tuo cibo la tua prima medicina”, ma anche per rispondere alla domanda sempre più forte di un’agricoltura responsabile. Per raggiungere questo obiettivo è necessario promuovere e rispettare gli ecosistemi naturali, le biodiversità genetiche, l’alimentazione degli animali negli allevamenti, preservando i microrganismi, la flora, la fauna, le api e tutti gli ausiliari. Fin da i primi passi che abbiamo mosso verso questa nuova esperienza mi sono chiesta, ad esempio, come fosse possibile produrre prodotti ecologici in zone confinanti con piantagioni di mais, frutteti o vigneti che vengono sistematicamente irrorati con ogni sorta di veleni: è inevitabile che il vento trasporti i pesticidi nelle aree circostanti e che le falde acquifere vengano contaminate. Ed è per questo motivo che abbiamo realizzato di ricavare una superficie coltivabile (42 ettari circa) sul cucuzzolo di questa collina circondata da una fascia protettiva di 18 ettari di bosco di nostra proprietà. Grazie alla conoscenza della microbiologia del suolo e della biologia dei vegetali, abbiamo fatto nostre le informazioni essenziali alla base delle leggi naturali e puntiamo a stabilire l’equilibrio esistente proprio in natura. L’uomo, proprio per non aver rispettato queste leggi naturali, ha creato una malattia come la celiachia che fino a non molti anni orsono era del tutto sconosciuta. Sono d’accordo con gli studi che responsabilizzano un’agricoltura di sintesi quale causa di molte malattie anche gravi che stanno colpendo l’umanità. Il messaggio che vorrei passasse con questa intervista è basato su un dato di fatto: l’agricoltura convenzionale utilizza prodotti chimici molto pericolosi, talvolta utilizzati anche nell’industria. Solo che poi noi non mangiamo i prodotti dell’industria quali pelli, bulloni, ecc… invece ci nutriamo con i frutti della terra che devono dare l’energia dedicata all’uomo, per questo mi nutro con le verdure che vede, con queste fragole o con le uova delle galline felici… l’unico pericolo sono le volpi, ma a tenerle lontane ci pensa la nostra bravissima labradora»
di Mirko Roveda