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Tag: Area3

Bruno Scorsone: «Ho ancora fame di teatro, dopo 35 anni!»

35 anni sul palco come attore, 20 di insegnamento teatrale, 15.000 studenti diplomati, 3 premi come Migliore Scuola, 7 premi come Migliore Gruppo, 3 premi Regia, 1 premio Migliore Testo. Questi in sintesi i “numeri” di Bruno Scorsone, attore e regista brendolano, che ha festeggiato in Sala della Comunità soprattutto il periodo 1998-2018, i vent’anni di scuola teatrale. «Mai avrei pensato di arrivare a tanto!» esclama Bruno. «In provincia di Vicenza sono stato uno dei primi a portare il teatro nelle scuole. Purtroppo l’Italia è l’unico Stato europeo in cui il teatro non rientra nelle materie curriculari. Di recente a Vicenza è nato il liceo sportivo, a Verona c’è un liceo con 8 ore di danza alla settimana, mancano ancora i licei teatrali. Anni fa fui ospite di un preside in Tirolo, che mi fece visitare la sua scuola: oltre al teatro, c’era perfino il maneggio!»

di Marcella Poggiato

 

(segue su  #AREA3news n°92 dicembre 2018)

Shooting fotografico tra i vigneti di Montebello

Per un giorno i vigneti di Montebello e la cantina Menti sono diventati il set fotografico per un modello di Savona, Matteo Rizzo.

Un vero e proprio “shooting”, cioè una serie di foto originali fatte in una particolare ambientazione, i vigneti di Selva di Montebello, destinati a finire nel book fotografico del modello savonese.

Per conoscere come si è svolto lo “shooting”, sentiamo Michela Menti, titolare con il fratello Nicola della cantina di famiglia:….

 

di Marcella Poggiato

(segue su #AREA3news n°89 sett. ’18)

Il divorzio è diventato ufficiale. Cologna è fuori dall’Unione Adige Guà

Dall’1 gennaio 2019 Cologna non farà più parte dell’Unione dei Comuni dell’Adige Guà, una delle Unioni più vecchie della Regione. In un consiglio comunale che avrebbe meritato una maggiore presenza di pubblico, vista la decisione epocale presa dall’Amministrazione comunale colognese, la maggioranza guidata da sindaco Manuel Scalzotto ha approvato compatta il recesso dall’istituzione creata 20 anni fa con l’obiettivo di fondere in un unico Comune tutti e cinque i paesi membri. Entro l’1 gennaio 2019 l’Amministrazione comunale colognese dovrà

di Paola Bosaro

(segue su #AREA3news n°88 lug – ago ’18)

La tragica scomparsa dell’imprenditore Aldo Berti

COLOGNA VENETA – Se n’è andato in maniera repentina, inaspettata, per certi versi inaccettabile. Lo scorso 17 marzo, nell’azienda di cui era titolare il figlio Daniele e in cui lavorava pure la figlia Daniela l’imprenditore Aldo Berti, 73 anni, ha avuto un grave infortunio durante un lavoretto di manutenzione ed è morto. Era salito su una scala e stava armeggiando con un cacciavite all’interno di un vecchio essiccatoio per la soia non più in uso per recuperare in pezzo da inserire su un altro macchinario. All’improvviso una staffa della scala ha ceduto e, nonostante l’uomo abbia provato a rimanere aggrappato alle pareti dell’essiccatoio è piombato a terra, battendo violentemente il capo. L’ha trovato il figlio, dopo averlo chiamato più volte senza ottenere risposta. È intervenuto pure l’elicottero del 118 di Verona, ma il trauma per il povero Berti è stato fatale.

di Paola Bosaro

(segue su #AREA3news n°85  aprile 2018)

La “Festa dei Popoli”, una festa di gioia

LONIGO – E’ giunta alla sesta edizione la “Festa dei Popoli” organizzata dal NOI associazione con l’aiuto di numerosi volontari. Quest’anno la festa al Centro Giovanile si è ridimensionata spostandosi nel giardinetto davanti le strutture parrocchiali. Numerose le proposte delle cucine dei popoli alla proposta culinaria. Quelli della festa dei popoli sono giorni in cui si riuniscono tutte le comunità del nostro territorio, in un’occasione unica di incontro e di reciproca conoscenza grazie ai sapori, ai suoni e ai colori di ciascuno. La festa è il punto di arrivo di un percorso svolto durante l’anno dai volontari che seguono il progetto, i quali nei mesi scorsi hanno approfondito temi afferenti alla festa attraverso numerosi incontri ed esperienze.
Questa edizione della Festa si è aperta giovedì 6 nel teatro parrocchiale con una tavola rotonda sulla figura della Donna nell’Islam. Ne hanno parlato Nibras Breigheche (guida religiosa islamica, conosciuta mediaticamente come la prima donna Imam d’Italia), Rabeah Alhaj Yhia (consigliera comunale musulmana di Altavilla), Romina Gobbo (giornalista esperta di Medio Oriente).
Venerdì si sono aperte le cucine, con proposte da Italia, Marocco, Ghana, Serbia, Repubblica Domenicana e India. Durante la serata si è potuto assistere ad uno spettacolo in cui si rappresentava un tipico matrimonio marocchino….

di Chiara Ballan

(segue su #AREA3 n°78 – lug-ago 2017)

“Caratteri mobili”, buona la prima

LONIGO – Di questa prima edizione di “Caratteri Mobili – Festival della Letteratura e delle arti” si ricorderà soprattutto il calore degli incontri che hanno caratterizzato i tre giorni intensi del secondo week-end di maggio.  Oltre a quelli dei nomi noti al grande pubblico, i libri protagonisti sono stati anche quelli dei leoniceni e di altri scrittori del nostro territorio: un numero davvero considerevole di persone impegnate in questo campo, sotto diversi punti di vista… letterari. È stato dato spazio alle poesie di Gino Lazzarin, di Giulia Valente, di Giulio Vanzan e Mirella Brojanigo con Claudio Portinari, all’attesissimo nuovo giallo di Stefano Visonà, agli scenari climatici di Alessandra Mazzai, alle memorie di Clotilde Vigolo, la testimonianza di Rosita Sartori e a molti altri ancora.  I grandi nomi sono arrivati venerdì pomeriggio con Folco Terzani e Michele Graglia, la cui storia di ultrarunner è stata raccontata dal figlio del grande giornalista italiano;

di Chiara Ballan

Assente il pubblico con gli autori locali

Da settimane una enorme gigantografia esposta davanti Palazzo Pisani pubblicizza l’evento cult dell’anno: il Festival della letteratura e delle arti “Caratteri Mobili”. Un evento con 32 nomi di grande richiamo come Folco Terzani con il suo ultimo libro “Ultra”;  Antonio Caprarica con “Londra infinita”; Gigi Garanzini con “Il minuto di silenzio”, don Antonio Mazzi con “Spinocchio”;  Elena Cattaneo con “Ogni giorno tra scienza e politica”; Gloria Guida assieme al fratello Giampaolo, medico, scrittore e cantante per presentare il libro “DaVinciClone. Il segreto di Leonangelo”. In occasione del festival il teatro Comunale ha ospitato due eventi: Vittorio Sgarbi che ha parlato del Rinascimento veneto tra Paolo Veronese e Andrea Palladio e Maximilian Nisi che si è esibito con il monologo “Shakespeare amore mio” (spostato poi in Piazza Garibaldi).

di Rino Boseggia

(segue su #AREA3 n°77 – giugno 2017)

Dono di sangue: si può, si deve

SALETTO – AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) è un’associazione privata, senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire un’adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne abbiano necessità. Vi aderiscono tutti coloro che hanno intenzione di donare volontariamente, anonimamente, periodicamente e gratuitamente il proprio sangue, ma anche chi, non potendo compiere questo gesto perché non idoneo, desideri collaborare gratuitamente a tutte le attività di promozione e organizzazione. Oggi è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana che, grazie ai suoi associati, riesce a garantire circa l’80% del fabbisogno nazionale di sangue. Nel complesso, AVIS può contare su oltre 1.300.000 soci, che ogni anno contribuiscono alla raccolta di oltre 2.000.000 di unità di sangue e suoi derivati. AVIS è presente su tutto il territorio nazionale con oltre 3400 sedi (numero che comprende anche 19 sedi fondate in Svizzera da emigranti italiani negli anni Sessanta). La nascita dell’AVIS Regionale del Veneto si può far risalire al 18 febbraio 1968.

“Tutto scorre”, panta réi, diceva il filosofo greco Eraclito. Questo principio, secondo cui l’essenza delle cose è il movimento, potrebbe avere nel sangue il suo simbolo per eccellenza. Il sangue costituisce circa il 5-7% del volume corporeo. In un organismo adulto ne circolano, in media, 4-5 litri. Al suo movimento ed alla sua efficienza è legata la nostra vita. Il bisogno di sangue e dei suoi componenti è in costante aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e di cure sempre più numerose e nuove. Il sangue è indispensabile per moltissime terapie e non solo nelle situazioni di emergenza. Non si può sapere a chi si dona il proprio sangue, ma la donazione è destinata a molti tipi di malati, a quelli oncologici e alle persone..

di Arianna Lorenzetto

(segue su #AREA3 n°77 – giugno 2017)

Andrea Zenari

 

GAMBELLARA – Si sente sempre più spesso parlare di legno, di ecologia sostenibile, del tocco di “calore” che può dare il materiale legno, però raramente si pensa a come viene scelto e lavorato, agli artigiani che ci sono e che ogni giorno lavorano per valorizzarlo. Un bell’esempio di casa nostra è quello di Andrea Zenari, che della sua passione per il legno ne ha fatto un lavoro. Lo abbiamo visto all’opera durante le feste natalizie a Montebello, dove degli alberi tagliati sono diventati sotto gli occhi di tutti panche e tavoli e a Gambellara, ad insegnare a grandi e piccini come si possono costruire giocattoli con il legno. La curiosità per approfondire l’argomento ci ha portato a casa sua per farci raccontare la sua “vita con il legno”. 

Come è nata in te questa passione? 

«Per caso. Stavo studiano elettronica alle superiori e mi sono appassionato al legno. Ho cominciato a costruire piccoli giocattoli in legno, trenini e cose di questo tipo, e visto che mi piaceva la materia prima legno ho pensato di iscrivermi all’università per approfondire. Durante tutti gli anni di scuola il mio interesse, la mia passione, era proprio di capire perché da noi, in Italia, non si costruivano le case in legno, cosa che si fa normalmente nel resto del mondo, e perché nelle altre parti del mondo si utilizza moltissimo il legno locale mentre noi siamo i principali importatori di legno dall’estero. Questa ricerca mi ha portato poi a lavorare all’estero. Sono stato in Canada, in Russia, in Africa, in Camerun, vari posti del mondo sia nelle foreste che in carpenteria e segheria. In seguito a queste esperienze ho cercato di approfondire l’argomento, inizialmente lavorando nelle aziende e poi con una mia società, con la quale facciamo consulenze per aziende che utilizzano il legno.

Parallelamente a questo ho cominciato a fare parecchi corsi per progettisti e per carpentieri per dare nozioni su come utilizzare al meglio il legno nelle costruzioni ma anche nei giocattoli per bambini».

Come hai visto cambiare la cultura del legno in questi anni? 

«La cultura del legno non è cambiata, perché c’è ancora una scarsa conoscenza in materia. Si è diffuso molto il suo utilizzo nelle costruzioni tra gli anni ‘90; ora quasi tutte le case, per essere considerate “di pregio”, hanno un tetto in legno.

Solamente dal 2011 hanno cominciato a diffondersi le case in legno. Non tanto per motivi ecologici e di sostenibilità ma soprattutto per moda o perché in alcuni casi può essere più economico del cemento».

Stanno aumentando le costruzioni in legno? 

«Si, stanno aumentando tantissimo, purtroppo allo stesso tempo, stanno aumentando anche coloro che non hanno esperienza di costruzioni in legno».

di  Massimo Abate

 (segue su AREA3 n°75 – aprile 2017)

“Finchè morte non vi separi…”

Anni di minacce alla moglie e denunce. Ma il Gip di Vicenza non allontana il marito da casa perché non riteneva reiterati nel tempo gli episodi di violenza verbale e qualche volta anche fisica.
Una domanda su tutte: perché la donna è salita in macchina con il marito da cui si stava separando?


GAMBELLARA – Il drammatico incidente stradale che si è verificato sulla ex Statale 11 all’altezza di Torri di Confine in comune di Gambellara martedì 7 marzo nel primo pomeriggio nel corso del quale hanno perso la vita Vanna Meggiolaro 50 anni e Antonio Facchin 53 anni, moglie e marito entrambi residenti a Sorio di Gambellara, ha destato non solo un grande cordoglio tra quanti li conoscevano, ma anche molti dubbi. Fin da subito sia la stampa che le tv e in primis il procuratore capo di Vicenza Antonio Cappelleri, hanno  sollevato il dubbio che, vista la dinamica dell’incidente frontale senza la minima frenata, si sia trattato di omicidio suicidio. Perplessità che sono emerse anche parlando con alcuni abitanti di Sorio che sono intervenuti al funerale di Vanna Meggiolaro che si è svolto martedì 14 marzo. Il corpo è stato cremato. La cerimonia funebre del marito si è svolta tre giorni dopo in forma separata venerdì 17 marzo.

Vista la delicatezza delle indagini in corso, il nostro mensile non esprime giudizi di merito. Ma una domanda ci sorge spontanea.

Perché, nonostante le minacce ricevute ripetutamente dalla donna da parte del marito che non voleva la separazione, il Gip di Vicenza non è intervenuto per allontanare da casa Antonio Facchin? 

Domanda che abbiamo rivolto  all’avv. Vanna Vigolo (nostra consulente in materia di casi giudiziari ndr) che il caso ha voluto fosse stata scelta come avvocato di fiducia dalla stessa Meggiolaro.

«Devo dire – spiega ad AREA3 l’avv. Vanna Vigolo – che la vicenda è complessa ed il fascicolo è corposo. Io, come legale, mi sono interessata al caso di Vanna Meggiorlaro non più tardi di un anno fa, subentrando al patrocinio dell’avv. Elena Peron, che dopo essere stata minacciata con una pistola giocattolo da Antonio Facchin, aveva rinunciato all’incarico. Proprio in quel  momento il  Gip di Vicenza, Massimo Gerace, aveva respinto la richiesta di allontanamento del marito dalla casa coniugale per ripetuti episodi di violenza verbale perpetrati tra le mura domestiche. Richiesta che era stata presentata dalla Procura presso il Tribunale di Vicenza, in persona della dott. ssa Alessia La Placa.

Devo dire che sono rimasta molto sorpresa dalla decisione del Gip in quanto la richiesta di allontanamento del coniuge era stata formulata sulla scorta di comportamenti che potevano essere riconducibili penalmente al reato di “maltrattamenti in famiglia”. Ripeto che si trattava di violenze prevalentemente verbali, ma che mettevano paura ed ansia continua alla mia assistita, tanto che non passava giorno che non mi chiamasse al telefono o non mi inviasse messaggi per chiedermi consigli pratici su come comportarsi.

Come è naturale in questo tipo di procedimenti, ero divenuta nel giro di poco tempo la sua confidente ed il legame tra di noi era ben più che professionale. Io le rispondevo di mantenere il più possibile la calma e di evitare di avere contatti di sorta con il coniuge, al massimo incontrandolo in luoghi pubblici e mai da sola. Il Gip ha respinto la richiesta di allontanamento del coniuge della mia assistita motivando il rigetto con l’assenza  di quei requisiti di abitualità dei comportamenti molesti che sono ritenuti fondamentali per la configurazione del reato ipotizzato di maltrattamenti in famiglia e con la conseguente assunzione della misura richiesta.  Il rigetto della istanza (che il procuratore capo di Vicenza Cappelleri ha definito un comporta…

di Rino Boseggia

(segue su AREA3 n°75 -aprile 2017)

Grazie sindaci!

La marcia silenziosa di una sessantina di sindaci contro i Pfas che si è svolta mercoledì 15 marzo a Lonigo merita di essere annoverata tra gli eventi storici del Veneto

 

LONIGO – Mai tanti sindaci si sono trovati insieme per manifestare alle competenti autorità a livello sia nazionale che regionale le loro preoccupazioni su un fenomeno che interessa la salute di quanti li hanno eletti. Grazie sindaci per aver saputo dissipare (almeno in parte) quel male diffuso e generalizzato che si chiama “sfiducia” negli apparati che hanno il potere di governarci. Quella sfiducia che tiene lontano dalle urne e dal sacrosanto diritto-dovere di votare un elettore su due.

Un grazie particolare anche al sindaco di Lonigo, Luca Restello, che da quando è stato eletto ci ha messo la faccia sulla lotta ai Pfas e soprattutto ha avuto la brillante idea di invitare in uno dei comuni compreso nella “Zona rossa di Pfas” tutti i sindaci dei comuni più o meno interessati all’inquinamento della falde acquifere. E questo al di là delle appartenenze politiche. è stata una scommessa vinta in quanto non era facile minimamente preventivare che 56 primi cittadini provenienti dalle tre province in cui è diffuso anche il nostro mensile e cioè Vicenza, Verona e Padova, trovassero il tempo per indossare la fascia tricolore per recarsi dal centro storico agli impianti di Madonna di Lonigo da dove partono le condotte dei vari acquedotti. In silenzio e ascoltando  l’inno di Mameli.

Qualcuno è rimasto un po’ sorpreso dall’invito del sindaco Restello di andare, concluso l’incontro, al vicino Santuario della Madonna dei Miracoli ricco di storia per una preghiera. In realtà, credenti o no, serve proprio un miracolo perchè quel “libera nos a malo” (che è il Pfas nelle falde acquifere) possa verificarsi. E a proposito di miracoli, qualcuno è a portata di mano. Visto e considerato che l’allacciamento ad altre fonti nel veronese o nel padovano contempla tempi biblici, dai tre ai sei anni, nel frattempo i sindaci potrebbero esigere dai vari enti erogatori come Acque Veronesi, Acque del Chiampo e Centro Veneto Servizi che i filtri che abbassano i valori del Pfas e Pfoa venissero sostituiti con la cadenza di una volta al mese. Costi troppo elevati? Tanto siamo noi utenti che paghiamo il conto salato in bolletta. E visto che ci siamo, per esigenza di trasparenza, perché non obbligare questi enti a riportare in bolletta tutti gli esami dell’acqua immessa nelle tubature degli acquedotti ed eseguiti mese per mese? In questo modo l’utente potrebbe essere tranquillizzato sulla sicurezza dell’acqua e caso mai accertare a sue spese se i parametri rilevati corrispondano al vero.

Perché, stando così le cose, il dubbio rimane e il ricorso alla minerale per prepararsi un caffè o un minestrone rappresenta una valida alternativa a quella sfiducia di cui si accennava sopra. E in chiusura un cenno sui sindaci di Arzignano, Montecchio e Trissino che non erano presenti alla marcia silenziosa. Non conosciamo le motivazioni di una simile scelta, ma credo sia giusto ricordare loro che noi che abitiamo a valle dei loro comprensori industriali per più di 50 anni siamo stati sommersi dalla loro “merda” scaricata dalle loro concerie, una quantità enorme di cromo esavalente che ha contaminato le falde acquifere di Almisano, tanto da obbligare la Regione negli anni ‘80 a costruire il famigerato tubo che raccoglie i reflui dei loro impianti consortili di depurazione per trasportali guarda caso in quel di Cologna Veneta, cioè in casa nostra.

Ed è sintomatico poi che proprio nessun rappresentante sia giunto da Trissino, il comune che ospita da sempre la Miteni.

di Rino Boseggia              

(segue su AREA3 n°75 – aprile 2017)